Pier Paolo Pasolini al “monte dei cocci”, Roma, 1960. Foto di Paolo Di Paolo © Archivio Paolo Di Paolo/Tutti i diritti riservati
Poesie, recensioni e articoli sulle poesie di di Pier Paolo Pasolini
Sonetto 15
Mio capitale, mia riserva, mio giardino,
chi era più felice di me, per la buffa fierezza
di vedervi ridere folgorante come un ragazzino
che non conosce e non vuol conoscere
gli ostacoli che oppone la cosidetta vita, fino
a scorrervi sopra come una distratta brezza?
Mio capitale, mia riserva, mio giardino,
chi la ignora, in fondo la disprezza
la cosiddetta vita, e, con essa, chi la vive.
Io che sono un povero umano
implicato in tutto, prosaico, che ride
male, e non sa non piangere, vi ho tenuto per mano
per otto anni, compagno che mi vide
e mi accettò, ma come sempre da lontano.
Da “L’Hobby del sonetto” in “Tutte le poesie” (a cura di Walter Siti), Meridiani Mondadori.
Perciò io vorrei soltanto vivere
pur essendo poeta
perché la vita si esprime anche solo con se stessa.
Vorrei esprimermi con gli esempi.
Gettare il mio corpo nella lotta.
[...] sarò poeta di cose.
Le azioni della mia vita saranno solo comunicate,
e saranno esse, la poesia, poiché, ti ripeto, non c’è altra poesia che l’azione reale.
Pier Paolo Pasolini. Da "Who is me?" , poi "Premessa in versi" in"Pasolini, il poeta delle ceneri", a cura di Enzo Siciliano, in "Nuovi Argomenti" n. 67-68, Roma, luglio dicembre 1980. Ora in "Pier Paolo Pasolini, Bestemmia". Tutte le poesie, vol. I, Garzanti, Milano 1993
Prima di tutto un poeta
Pier Paolo Pasolini