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Immagine del redattoreCittà Pasolini

23 aprile, una poesia di Pier Paolo Pasolini.




Pasolini durante le riprese di "Mamma Roma" © Divo Cavicchioli/ Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa della Delizia. Riproduzione riservata

23 aprile 1962


"Una coltre di primule. Pecore

controluce (metta, metta, Tonino,

il cinquanta, non abbia paura

che la luce sfondi - facciamo

questo carrello contro natura!).

L’erba fredda tiepida, gialla tenera,

vecchia nuova - sull’Acqua Santa.

Pecore e pastore, un pezzo

di Masaccio (provi col settantacinque,

e carrello fino al primo piano).

Primavera medioevale. Un Santo eretico

(chiamato Bestemmia, dai compari.

Sarà un magnaccia, al solito. Chiedere

al dolente Leonetti consulenza

su prostituzione Medioevo).

Poi visione. La passione popolare

(una infinita carrellata con Maria

che avanza, chiedendo in umbro

del figlio, cantando in umbro l’agonia).

La primavera porta una coltre

di erba dura tenerella, di primule...

e l’atonia dei sensi mista alla libidine.

Dopo la visione (gozzoviglie

mortuarie, empie - di puttane),

una «preghiera» negli ardenti prati.

Puttane, magnaccia, ladri, contadini

con le mani congiunte sotto la faccia

(tutto con il cinquanta controluce).

Girerò i più assolati Appennini.

Quando gli Anni Sessanta

saranno perduti come il Mille,

e, il mio, sarà uno scheletro

senza più neanche nostalgia del mondo,

cosa conterà la mia «vita privata»,

miseri scheletri senza vita

né privata né pubblica, ricattatori,

cosa conterà! Conteranno le mie tenerezze,

sarò io, dopo la morte, in primavera,

a vincere la scommessa, nella furia

del mio amore per l’Acqua Santa al sole."


Pier Paolo Pasolini 23 aprile 1962, "Mamma Roma" Rizzoli (1962) p.153, poi in "Poesie mondane" in "Poesia in forma di rosa" Garzanti (1964)
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