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Immagine del redattoreCittà Pasolini

4 novembre 1975. Dopo la morte di Pasolini comincia il processo

Roma, 4 novembre


Pier Paolo Pasolini, anni settanta. Nico Pellicciotta © MARKA archives/Tutti i diritti riservati

Ha più di ottant'anni, il cuore martirizzato da tante disgrazie, un amore incredibile pe ril suo Pier Paolo: la madre di Pasolini, Susanna Colussi, sa che il figlio è morto, ma, nessuno ancora, ha avuto il coraggio di dirle come è morto. La pietà inventa innocenti bugie. Alla signora Susanna hanno detto che Pier Paolo è morto in quella notte angosciosa in cui lei attendeva, sveglia, la porta che si apriva; ma non come. Non sa che Pier Paolo è stato assassinato.


Le tragedie hanno confini di dolore. Hanno detto alla madre: Pier Paolo non viene, è morto, un incidente. È stato domenica mattina, il silenzio di via Eufrate all'EUR è stato sprezzato da grida altissime. Urli - ha detto qualcuno - di un amore ferito, straziato. A questo tragico dolore nessuno ha più voluto aggiungere altro; la pietà ha steso i suoi veli: la mamma di Pasolini non sa dunque che il figlio è stato ucciso. I medici hanno detto di attendere ancora. La signora Susanna (così come la chiamano i tanti amici di Pasolini) soffre di troppa angoscia.


La pietà ritarda la giustizia. Così non e stata la costituzione di parte civile. La legge ha le sue regole inderogabili: per costituirsi parte civile è necessario che alla madre sia detta la verità. Può essere data la procura speciale, ma i tempi sono diversi.


L'avvocato di casa Pasolini, Ninno Marazzita, non ha potuto - mancando la costituzione di parte civile - prendere parte né all'interrogatorio di Giuseppe Pelosi né all'autopsia. L'avvocato Marazzita ha, comunque, mandato un telegramma al procuratore generale della corte d'appello di Roma, al procuratore capo della Repubblica ed al pubblico ministerio del tribunale dei minorenni.


A nome dei famigliari di Pier Paolo Pasolini - così è scritto nel telegramma - denuncio improvvisa violazione del segreto istruttorio. tale violazione contribuisce certo a fornire all'opinione pubblicato una deformata e parziale visione dei fatti che, viceversa, sono ancora tutti da accertare. È stato già arrecato un danno irreversibile alla ricerca della verità storica e processuale.






GV. Pasolini. La mamma ancora non sa ancora su Il Corriere della sera, 4 novembre 1975, p.1.

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