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La premiere dell'Edipo re di Pasolini. Cronaca della partecipazione del film alla 28ยช Mostra Venezia

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    Cittร  Pasolini
  • 30 ago
  • Tempo di lettura: 29 min

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Ninetto Davoli, Franco Citti e Pier Paolo Pasolini durante la 28ยช Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia (1967) ยฉ Archivio Cameraphoto Epoche/Tutti i diritti riservati

Riassunto. In questo saggio si analizza la partecipazione del quinto lungometraggio di Pier Paolo Pasolini, Edipo re, alla 28ยช Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. In particolare si esaminano, attraverso una struttura cronologica, i diversi interventi del regista durante l'evento e le critiche che ne conseguirono. L'analisi di questo studio si chiude con un'approfondita selezione di recensioni cinematografiche sul film, elaborate durante la Mostra.

Parole chiave: Edipo re, Pier Paolo Pasolini, Cinema, Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, critica cinematografica, Alfredo Bini, Luigi Chiarini, Alberto Moravia.

Sommario: 1. Appunti sulla partecipazione di Pasolini nella Mostra prima di Edipo re. 2. La 28ยช Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. 3. Le critiche. 4. La pedagogia. 5. Le polemiche 1. Appunti sulla partecipazione di Pasolini alla prima della Mostra con Edipo re. Il 26 agosto 1967 iniziava la 28ยช Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Molti dei film pasoliniani furono proiettati per la prima volta durante il Festival, da Accattone a Porcile (1961-1969), eccetto Uccellacci e uccellini (1966): unโ€™esperienza ardua per il regista, dove la polemica รจ sempre stata presente. Nel 1961 Accattone, opera prima del cinema pasoliniano, partecipรฒ fuori concorso al medesimo festival. Nonostante il grande successo del pubblico e la benevolenza della critica (Ian 1961) il film sarร  denunciato dal sottosegretario del Ministero del Turismo e dello Spettacolo del governo Tambroni. Addirittura, lโ€™anno successivo, con Mamma Roma, per la prima volta nella storia dei Festival, un film selezionato sarร  denunciato alla magistratura (L.Bo 1962). Inoltre, il processo subรฌto con La ricotta, durante 1963, impedirร  a Pasolini di portarlo alla Mostra; lo stesso si verificherร  nel 1964, quando il regista tornerร  a Venezia, con Il Vangelo secondo Matteo. Questโ€™anno la direzione dell'evento cinematografico รจ cambiata, Luigi Chiarini [1] รจ adesso il direttore, ma per Pasolini l'atmosfera rimane ancora molto movimentata. La troupe รจ contestata e fischiata mentre si reca dal Lido al Palazzo del cinema (Isola/Simonelli 2018: 77). In seguito Uccellacci e uccellini sarร  portato al Festival di Cannes nel 1966, l'anno successivo, Pasolini tornerร  a Venezia con il suo quinto lungometraggio Edipo re. Occorre ricordare come sono stati accolti questi film dalla critica, in modo da poter apprezzare a pieno il divario esistente tra polemica giudiziaria e analisi critica. Inizialmente, prima della proiezione di Accattone c'e un grande interesse riguardo la stagione cinematografica del poeta Pasolini. Sebbene, durante le riprese, un certo settore della stampa giudicรฒ aspramente la decisione di Pasolini di diventare regista[2], il film sarร  invece ben accolto dai critici. Pur sottolineando la debolezza della tecnica, si finirร  per riconoscere le capacitร  artistiche del regista: L'uso della cinepresa รจ legnoso e statico, ma non (probabilmente) per inesperienza: Pasolini รจ scaltro, non ignora che la legnositร , in qualche caso, รจ un vezzo di cui si inorgogliscono i classici [...] Nei suoi limiti รจ un film gradevole, onesto e audace, seppur di maniera. Pasolini, al di lร  della sua apparenza di ribelle รจ forse il piรน manierista degli scrittori italiani [...] Pier Paolo non รจ Dreyer, perbacco, ma il film Accattone dimostra che un letterato avveduto puรฒ fare del cinema prescindendo dal mestiere, senza che si gridi allo scandalo (Laurenci 1961: 3). Tuttavia, soltanto un anno dopo, i critici dichiareranno che in Mamma Roma cโ€™รจ una certa continuitร , soprattuto nella decisione di ambientare nuovamente il film in borgata. Alcuni giornalisti pensano che in Pasolini ci sia un pericoloso manierismo mancato di espressivitร : ยซSottrattosi alla mitologia delle sordide borgate romane, Pasolini ha perso un po' di mordente espressivo. Molte scene sono trite, non necessarie, raramente suscitano un'emozione. I personaggi non hanno piรน la funesta evidenza di Accattoneยป (Grazzini 1962: 9). Quando nel 1964 Pasolini presenta Il Vangelo secondo Matteo, la critica riconosce che il film porta lo stile inquieto dell'autore, ma Accattone resta il suo lavoro piรน personale e riuscito (Sala 1964: 11). Pasolini, che non verrร  considerato un vero regista fino ai primi anni Settanta, sarร  costretto a un arduo compito pedagogico e, quindi, a spiegare i suoi film nei Festival: ยซCome nella poesia si deve leggere nei versi (e non sopra o sotto), cosรฌ รจ noto che il cinema pasoliniano va visto e giudicato nelle immagini singole e nel loro andamento strofico, piรน che nella dinamica dell'azione propriamente cinematograficaยป (Pestelli 1967: 5). 2. La 28ยช Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.


Il quinto lungometraggio di Pier Paolo Pasolini รจ tra i film in concorso alla Mostra; ma questa decisione รจ avvenuta solo pochi giorni prima dell'inizio dell'evento cinematografico e, per la precisione, in un clima di grande tensione fra il produttore Alfredo Bini e il regista. La cerimonia di apertura avviene il 26 agosto e la conferma della presenza del film Edipo re รจ datata il 21 dello stesso mese (cosรฌ รจ stato registrato nel telegramma ufficiale che la Arco Film inviรฒ al direttore della Mostra, Luigi Chiarini).[3]


Quando Bini presenta Edipo re alla Commissione della Mostra, il film รจ in fase di montaggio, nรฉ la musica nรฉ il doppiaggio non sono ancora finiti. Ciononostante, Alfredo Bini lo spedisce senza mettersi d'accordo con Pasolini, che considera la decisione del produttore un atto da mancato rispetto. Il regista esprime il suo parere contrario in uno dei paragrafi scartati del testo Perchรฉ quella di Edipo รจ una storia?:


Bini รจ a Venezia, a far vedere il film alla Commissione che deve sceglierlo per il Festival. Cโ€™รจ andato senza le colonne della musica, che io avevo faticosamente e angosciosamente apprestato, lavorando due notti e che considero essenziali per la comprensione del film ancora non doppiato. Ma Bini ha fatto riportare indietro la rabbia, disprezzo e competenza di produttore. Tali colonne, ritenendole brutte e in cuor suo, certamente sbagliate. Non si fida, insomma [โ€ฆ] Almeno Bini avesse seguito il mio appassionato consiglio di portarsi dietro le musiche! Bastava questo, questo atto di minimo rispetto. (Pasolini 1967, ACGV PPP II 1.120.1).[4]


Piรน avanti, in altre annotazioni a mano nello stesso scritto, Pasolini fa riferimento di nuovo al modo precipitoso di Bini: ยซFacendo in una settimana il lavoro che dovrei fare in un mese per arrivare in tempo al Festival di Venezia: e dunque mi sto piรน che meritandoโ€ฆยป. Alla luce di queste gravi tensioni emerse prima dell'inizio della Mostra, pare ovvio che anche durante lo svolgimento dell'evento il rapporto fra Pasolini e Bini diventasse sempre piรน complicato.


Il 31 agosto una delegazione di rappresentanti dell'Edipo re arriva a Venezia. Franco Citti, Ninetto Davoli, Alfredo Bini e Rosanna Schiaffino si uniscono a Pasolini per la presentazione del film. La troupe dell'Edipo pasoliniano, cosรฌ come i giornalisti e critici presenti a Venezia, pensano che finalmente questa edizione farร  vincere Pasolini. Alfredo Bini ne รจ entusiasta:


Credevo fosse l'occasione per ottenere finalmente un riconoscimento ufficiale dalla Mostra del Cinema di Venezia in programma a settembre. Pasolini, perรฒ, provava imbarazzo a presentare Edipo re a concorso, a causa dell'amicizia che lo legava da anni al presidente di giuria nominato per quell'edizione: ovvero Alberto Moravia. Era cosรฌ imbarazzato che, quando s'incontravano, il film li divideva come una staccionata (Isola/Simonelli 2018: 86).


Il protagonista del film, Franco Citti, รจ convinto che con Edipo re, la Mostra finalmente riconoscerร  il lavoro cinematografico di Pasolini: ยซFinora i film di Pier Paolo non hanno avuto successo a Venezia, Accattone non lo vollero a concorso, e avrebbe trionfato. Mamma Roma non lo capirono e non premiarono neanche alla Magnani, questo vince, questo vince sicuroยป (Gi.Po. 1967: 3). Ma anche Pasolini non esclude la possibilitร  di vincere: ยซLei spera di vincere il Leone d'oro? Sรฌ, certo!ยป (Madeo 1967: 3).


Il 3 settembre รจ la giornata della premiere del film. La mattina Pasolini, accompagnato da Alfredo Bini, partecipa alla conferenza stampa e anche a una tavola rotonda in cui parla del suo film. Il regista รจ concentrato nel fare pedagogia sul suo Edipo, sottolineando quale sia la struttura e quale il significato. Pasolini parla della struttura del film come una novitร , nella quale ci sono un prologo e un epilogo da lui aggiunti al testo sofocleo. Cosรฌ verrร  disposto nel dossier sul film distribuito fra giornalisti e critici:


Il piรน importante intervento pasoliniano sulla tragedia di Edipo consiste nell'aver ideato un prologo ed un epilogo. Il primo, che si svolge negli anni trenta, vede la nascita di Edipo a Sacile [...] L'epilogo, ai nostri giorni, ci farร  assistere al girovagare disperato di Edipo cieco, accompagnato da un ragazzo fino a ritrovare Sacile (ASAC INV 102403).[5]



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Pasolini durante la conferenza stampa "Edipo re" a Venezia 1967 ยฉ Pubblicazione da Lo Specchio (1968)/Tutti i diritti riservati

La sera, nella Sala Volpi del Palazzo del Cinema, cinquemila persone assistono alle vicende dell'Edipo creato da Pasolini (Anonimo 1967 A: 12). Dopo la proiezione del film, arrivano le prime impressioni. Dalla perplessitร  del pubblico, ยซche dopo pochi secondi di applausi รจ rimasto confusoยป (Anonimo 1967 C: 4) (Marino 1967), fino al forte giudizio sul cinema dell'autore ยซPasolini ha smesso di arrabbiarsiยป (Grazzini 1967: 9), e alla critica cinematografica che elabora il suo giudizio:


La Mostra dellโ€™avanguardia, la Mostra dellโ€™avvenire continua a trescare Hollywood; dopo Bellocchio - Don Camillo, dopo un Clayton 1950, eccoci oggi a un Pasolini - Laurence Olivier che richiamerร  domani molto pubblico (anche se stasera a Venezia ha raccolto soltanto tiepidi applausi) [โ€ฆ] Pasolini - Laurence Olivier sembra un binomio impuro, unโ€™eresia, una contraddizione bella e buona, invece รจ realtร  inequivocabile; รจ realtร  cinematografica (Rondi 1967).


Non era esattamente quella la reazione che Pasolini aveva previsto perciรฒ, all'uscita della proiezione, il regista dichiarerร  il suo disagio, causato dall'incomprensione generale del film:


Questo รจ molto deludente. Perchรฉ il prologo รจ straordinariamente chiaro, mi sembra che sia assurdo non capirlo... l'ho detto parecchie volte nella conferenza stampa, per fortuna, perchรฉ altrimenti nemmeno questo avrebbero capito. Il mio Edipo รจ una sorta di allucinazione, di sogno che ha un bambino nato in una famiglia piccolo borghese dell'Italia del Nord (RADIO RAI 2015).


3. Le critiche


Dal 4 settembre in poi, i giornali italiani e anche le riviste specializzate pubblicano le recensioni sul film di Pasolini. Sebbene le opinioni sull'Edipo re siano molto diverse, esse seguiranno alcuni criteri comuni. Una delle valutazioni piรน condivise tra i critici รจ stata quella di considerare questo film come un'opera di rottura nel cinema dell'autore. Nelle cronache sull'Edipo pasoliniano di allora รจ abituale leggere che il regista si sia allontanato dai suggerimenti politici e ideologici. L'inviato del ยซCorriere della Seraยป, Giovanni Grazzini scrive ยซEdipo re รจ un film importante per l'autobiografia di Pasolini, di grande interesse per la ambientazione, notevole nell'interpretazione di Silvana Mangano. Detto forzatamente, in breve: Pasolini invecchia, ripensa alla propria vita, dispera dalle passioni e si convince che ormai รจ inutile arrabbiarsiยป (Grazzini 1967: 9). Il giornalista aveva giร  accennato nel passato, per la precisione nella presentazione di Mamma Roma alla Mostra, la necessitร  di un ritorno del regista alla pura poesia, ยซFarร  ottimi film nella misura in cui i suoi fantasmi, liberati da certi schemi sociologici talvolta oleografici, risolveranno in poesia tutti i suoi tormentiยป (Grazzini 1962: 9). Dunque, pare ovvio che Grazzini sia felice di trovare questo rientro pasoliniano nel contesto poetico ยซfertile, che consente a Pasolini di placarsi nella perennitร  dei classici, filtri sublimi di ogni disperazione, e lo piega a una rielaborazione artistica delle proprie inquietudini che trasfigura l'antico conflitto fra passione e ideologiaยป (รญdem). Nel considerare Edipo re un film poetico e non politico, Grazzini concorda con il collega del ยซCorriereยป, Alberico Sala: ยซIl film รจ importante per la carriera di Pasolini perchรฉ segna il ritorno ai suoi temi piรน cari della poesia, nellโ€™allontanarsi di suggerimenti politici e ideologiciยป (Sala 1967: 3). Questa valutazione รจ rilevante poichรฉ rimarrร  nella critica successiva: Edipo re traccia una chiara linea di demarcazione nel cinema dell'autore. Si allontanano le definizioni dei suoi film come furiosa ondata irrazionalistica (Vangelo) o scherzo surreale (Uccellacci) (Grazzini 1967: 9).


Tuttavia, questo giudizio del film pasoliniano non รจ stato unanime. Anzi, in opposizione alle osservazioni dei giornalisti del ยซCorriereยป, il testo sottoscritto da Gian Luigi Rondi per ยซIl tempoยป critica la mancanza d'innovazione di Pasolini: ยซNonostante certi echi figurativi del Vangelo secondo Matteo, ma di un cinema, comunque, cui non mancherร  di aderire il pubblico nelle sale cinematografiche che, dopo aver avute largite da Pasolini tante opere discutibili e sgradevoli, adesso, almeno, gli dovrร  di poter accostare, felicemente, Sofocleยป (Rondi 1967). Anche Sergio Frosali, inviato alla Mostra del giornale fiorentino ยซLa Nazioneยป sottolinea le analogie fra Edipo re e Il Vangelo secondo Matteo (Frosali 1967) per chiudere con la mancanza di originalitร  del film.


Possiamo, dunque, affermare che i critici non sono d'accordo sul carattere innovativo del film pasoliniano. Cosรฌ accadrร  anche nell'analisi degli elementi piรน riusciti del film e quelli considerati falliti dai critici. Per Lino Miccichรฉ, che recensisce Edipo re per ยซAvanti!ยป il grande successo di Pasolini risiede nell'avere costruito ยซuna introduzione ed una conclusione moderne - ambientate cioรจ attorno al 1930 la prima ed ai giorni nostri la seconda - chiudono il film come in una parentesi che varrebbe a sottolineare la perenne validitร  della leggenda in tutti i suoi significatiยป (Miccichรฉ 1967: 5). Anche Grazzini si concentra sugli elementi tecnici del film per affermare che Edipo re, segna una nuova stagione nel cinema pasoliniano. Dopodichรฉ altri critici riprenderanno questo argomento, sostenendo che Pasolini finalmente ha accettato le regole del cinema. [6] Le analisi sulla tecnica servono a confermare quest'ipotesi; รจ arrivato il momento in cui Pasolini, come fanno gli altri registi del momento, si confronti con il colore:


Dopo Visconti, Fellini, Antonioni, per restare da noi, ecco che anche Pier Paolo Pasolini ha affrontato il problema del colore con il film Edipo re, che รจ la sua quinta fatica di regista. Pasolini ha scelto dei toni grezzi, bituminosi nella prima parte e nell'ultima, ambientate sugli anni trenta a Sacile del Friuli dove egli stesso visse da ragazzo; piรน squillanti e netti nella parte centrale, che racconta la tragedia di Edipo come l'ha fissata nei suoi versi Sofocle (Grazzini 1967: 9).


Ugualmente Leo Pestelli fa ricorso a questo componente tecnico che, unito al lavoro fotografico di Ruzzolini, conformano il carattere innovativo del film: ยซรˆ anche piena di trovate visive, rilevate da una eccellente e spesso raffinata tecnica di ripresa, col sole che cala a picco sull'obiettivo, folgorandolo di iridiยป (Pestelli 1967 A: 5). Altresรฌ per Alberico Sala, secondo lui il carattere innovativo del film risiede senza dubbi nell'evoluzione tecnica del regista:


Ma le sequenze piรน risolte stilisticamente, e piรน avvincenti, sono quelle in cui la personalitร  del regista si รจ imposta piรน autonoma, come nel racconto dell'uccisione del vecchio Re Laio e della sua scorta. Qui, nell'impianto classico, Pasolini ha sviluppato una scena che si direbbe alla western per il suo ritmo incalzante (Sala 1967: 3).


Perรฒ, non tutte le proposte di Pasolini furono valutate in modo positivo. Se l'idea di ambientare le parti del mito in un'atmosfera barbarica รจ per Leo Pestelli, critico della ยซStampaยป, qualcosa che giร  c'era in Sofocle, essa non puรฒ dunque rappresentare nessuna novitร . Inoltre, la musica รจ giudicata eccessiva e difficile d'interpretare. Sergio Frosali, dichiara fallito il lavoro musicale e anche quello dei costumi:


Anche qui la storia di Edipo, intesa classicamente come mito della ineluttabilitร  del male decretato, si precisa nell'angoscia esistenziale dell'uomo moderno. E quella Tebe e quella Corinto sono gettate in un ambiente per metร  mediterraneo e ricottaro e per metร  barbarico-africano; e chi se ne stupisse รจ pregato di pensare che lo stesso Sofocle ambientรฒ di fantasia una vicenda che anche per lui era fuori della storia [...] la musica un po' esagerata nella percussione, non porta indicazione d'autore (Pestelli 1967 A: 5)


Ma questo passato, questo mondo arcaico, doveva rimanere il piรน vago possibile, e invece nellโ€™Edipo re pasoliniano denuncia troppo chiaramente una sostanza folklorica moderna e concreta. I costumi lambiccati disegnati da Danilo Donati lo sviano piรน che servirlo. E cosรฌ accade che troppo spesso noi perdiamo di vista il momento centrale e il significato della vicenda di Edipo per divagare, in estetismi non pertinente alla linea maestra del film. Cosรฌ dicasi per le musiche arabi e rumene che accompagnano la vicenda (Frosali 1967).


Furono in molti a segnalare il carattere criptico dell'Edipo re proposto da Pasolini. Pestelli sottolinea la necessitร  di rivedere il film per poter cosรฌ apprezzare la grande quantitร  di sfumature presenti. Un simbolismo poetico caratterizza lโ€™opera pasoliniana che, secondo Frosali, avrebbe a che fare con il simbolismo polivalente della storia sofoclea. Simbolismo indecifrabile, che avrebbe permesso Pasolini di nascondere le incoerenze del suo film:


Questโ€™Edipo vuol essere in modo trasparente una trasposizione poetica molto lata dalle peripezie intellettuali e sentimentali dello stesso Pasolini. Si tratta di una confessione trasposta, che si appoggia alla tragedia di Sofocle. I poeti moderni non sono obbligati a esprimersi razionalmente, e in questo sta quel tanto d'incongruente mistero che domina lโ€™Edipo re pasoliniano e i suoi salti di tempo (Frosali 1967).


Della stessa idea รจ Pestelli, che segnala nella sua recensione il carattere di freddezza del film pasoliniano. Secondo lui, Pasolini avrebbe scelto motivi precisi su cui articolare il film senza mai arrivare fino in fondo:


Finisce cosรฌ per prevalere sullโ€™interpretazione la rappresentazione, sulla spiegazione, l'illustrazione, con un tono di altissima archeologia dove il richiamo ad una civiltร  contadina (la cadenza calabro-sicula del parlato, alternata allโ€™arabo dei "cori", ed alla "melange" folklorico-contadina della partitura musicale) appare piรน che altro una (discutibile) scelta filologica, mentre l'adozione del colore svela apertamente la rinuncia - accentuata poi, piรน propriamente, in sede di soluzioni linguistiche - a squilibrare il rapporto personaggi - ambiente a favore dei primi. L'impressione, provvisoria, ma alquanto netta, che si trae dall'insieme รจ di una opera di grande rigore stilistico e di profonda attenzione culturale, ma in cui l'autore ha voluto correre pochi rischi (poetici s'intende), suggerendo molto ma affermando poco, con risultati che se sono tra i piรน "belli" della filmografia pasoliniana, sono perรฒ anche tra i meno tormentati ed ai quali preferiamo (Miccichรฉ 1967:5).


Un elemento abituale nelle critiche cinematografiche รจ la valutazione del lavoro degli attori. Grazzini, nell'epigrafe della sua recensione intitolato Dolore universale, sostiene che la recitazione di Franco Citti nel ruolo di Edipo appare manifestamente poco soddisfacente. Invece, Silvana Mangano viene lodata per il suo ruolo di madre-Giocasta:


In questa luce persino la mediocre interpretazione di Franco Citti si giustifica, se si pensa al suo Edipo come l'emblema di un'umanitร  rozza ed empia che aspira soltanto al successo mondano, e si sente piรน forte la delusione (Edipo nel film, รจ dipinto fin dall'inizio come una ambizioso, disposto a barare pur di vincere) (Grazzini 1962: 9).


La Mangano, invece, scava piรน a fondo nel suo personaggio: il motivo della carnale sensualitร  che lega il figlio alla madre ottiene grazie a lei maggior rilievo del motivo dell'abbacinamento e del rimorso di (Edipo, espresso con giochi d'obiettivo nel sole, con gesti e grida forsennati che provocano scene ad effetti) (รญdem).


Nel considerare fallito il lavoro di Franco Citti come protagonista del film, si costruisce un argomento critico che andrร  oltre il film, coinvolgendo dunque l'intera poetica pasoliniana. Pasolini ha fatto di Edipo un eroe anti-intelletuale, una proposta che รจ rifiutata frontalmente da Alberto Moravia: ยซAllora bisognava prolungare al massimo il duello tra Tiresia ed Edipo, lasciando in ombra il rapporto incestuoso con Giocasta (al quale dobbiamo pur tuttavia le parti piรน valide del secondo tempo). Ma per far questo ci voleva un attore della forza di Julian Beck, non Franco Cittiยป (Moravia 1967 A). Gian Luigi Rondi non giudica positivamente il lavoro di Franco Citti, inoltre afferma che soltanto il doppiaggio ha salvato la recitazione del attore (Rondi 1967).


A questo proposito, l'analisi di Leo Pestelli ci lascia una visione diversa sulla recitazione di Citti. Il critico di ยซLa Stampaยป definisce il protagonista dell'Edipo re pasoliniano come un compendio di tutti gli eroi precedenti. Secondo lui ci sarebbero somiglianze fra Vittorio Cataldi in Accattone, Carmine in Mamma Roma ed Edipo (Pestelli A 1967: 5).


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Disegno della tesi di Dottorato: Martรญn Gutiรฉrrez, Silvia (2019): Edipo re di Pier Paolo Pasolini (1967): al di lร  dell'autobiografia. Universidad Autรณnoma de Madrid ยฉ Tutti i diritti riservati

Tra le tesi centrali nelle critiche su Edipo re, si trova quella che esamina il legame fra il film e il testo greco. Alcuni critici, come Grazzini, credono che il film permetta a Pasolini di affrontare un argomento non marginale, poichรฉ esso รจ vincolato a Sofocle. L'inviato del ยซCorriereยป considera che l'idea del regista di ambientare la vicenda edipica in Africa non sia in realtร  una novitร . Anzi definisce questa scelta come una ยซfelice intuizione artistico-culturaleยป:


Ma รจ altrettanto vero che รจ dovuto a una felice intuizione artistico-culturale il merito primo del film: il restituire il mito alla sua radice barbarica collocando il racconto in un paesaggio arido e assolato, fra mura ciclopiche (Edipo re รจ stato girato in Marocco). Fra popoli primitivi del terzo mondo, e tuttavia parlanti con inflessioni siciliane: elementi psicologici e figurativi che respingendo ogni ambizione di ricostruzione archeologica e filologica della tragedia ne situano l'assunto in una cornice assai suggestiva (Grazzini 1967: 9).


Gian Luigi Rondi pensa che il film di Pasolini non abbia apportato alcun nuovo elemento all'Edipo scritto da Sofocle. Sostiene che il film sia un'interpretazione tout-court, come accade solitamente nella cinematografia pasoliniana: ยซPasolini fa sua e accetta questa vittoria del Fato, non solo con il rifiuto di dare al testo di Sofocle qualsiasi interpretazione modernaยป (Rondi 1967):


Pasolini anzichรฉ scendere sugli abissi edipici, ci ha ridato Sofocle tale e quale, con lo stesso rispetto e la stessa fertilitร  d'invenzioni spettacolari con cui, appunto, ce lo avrebbe ridato quel geniale riduttore di testi teatrali per il cinema che รจ stato, a suo tempo Laurence Olivier [...] In questa cornice, questa gente โ€“ protagonista e folla โ€“ si muove fedelmente sulle orme di Sofocle ripetendone quasi, nel momento culminanti, tutti i versi, battuta per battuta [...] Anche se non si รจ rivelato un regista rivoluzionario, nรฉ un autore intento a trarre nuovi succhi poetici da uno dei piรน antichi ed alti poemi della nostra civiltร , si รจ rivelato un ingegnoso architetto capace di edificare, per le platee di oggi, un edificio di salda spettacolaritร ; come appunto faceva anni fa Laurence Olivier con i drammi di Shakespeareยป (รญdem).


Miccichรฉ, al contrario, accusa Pasolini di essere stato troppo innovativo nell'interpretare il testo classico:


Ma al contempo egli ha arricchito queste due interpretazioni tradizionali, accentuando con spirito prettamente moderno un elemento che nella tragedia sofoclea e talmente in nuce, da trovare si qualche conferma, negli altri capitoli della trilogia (ad esempio Edipo a Colono), ma anche molte contraddizioni: il bisogno dellโ€™uomo d'infrangere le leggi degli dei, la sofferenza come conquista, la veritร  come liberazione, il dolore come prezzo della saggezza e la volontร  di affrontare senza patteggiamenti la realtร , vedendo la violenza (l'uccisione della Sfinge, senza nemmeno ascoltare i suoi indovinelli) alla realtร  come modo di affermare lโ€™uomo. Ed un quarto piรน sottile e piรน sfuggente richiamo - che solo unโ€™ulteriore visione potrร  confermare - nello scetticismo della ragione: nel ritorno dell'Edipo moderno ai verdi prati della fanciullezza, l'inutilitร  di tanta pena, lโ€™appartenenza dellโ€™uomo ad una realtร  immota, che il weltschmerz, il dolore del mondo, non tocca e non cambia (Miccichรฉ 1967: 5).


Un altro cambiamento rilevante รจ segnalato da Sergio Frosali. Il critico sottolinea il ruolo fondamentale del flauto nel film, inteso esso come elemento simbolico che fa riferimento al Pasolini poeta: ยซIl flauto non cโ€™era in Sofocle, Pasolini l'ha aggiunto, e simbolizza chiaramente la vocazione poetica: la quale vocazione riporta Edipo-Pasolini a una coscienza semplificata dellโ€™infanzia, al punto magico dโ€™incontro dove nascita e morte si sovrappongonoยป (Frosali 1967).


4. La pedagogia.


Mentre la critica cinematografica analizza il film, Pasolini rilascia interviste alla televisione e la radio. Mancano ancora alcuni giorni per conoscere il vincitore della Mostra e gli interventi di Pasolini si moltiplicano. Conversazioni con Carlo Mazzarella, Pietro Pintus o gli inviati della televisione francese, si costituiscono come documenti preziosi per conoscere il lavoro pedagogico che il regista fa sul suo film. Il 4 settembre Carlo Mazzarella, inviato della RAI, intervista Pasolini. La prima domanda si concentra sulla motivazione iniziale che ha spinto il regista a fare lโ€™Edipo re:


Per fare un film ho bisogno, prima di tutto, di un sentimento. E questo sentimento non te lo so analizzare. Non te lo so spiegare perchรฉ รจ irrazionale, nasce dalla mia storia, dalla mia psicologia, dal mio intimo, quindi su questo non ti posso dire niente. Ma insieme a questo sentimento ispiratore, ho sempre bisogno della tensione di un problema, di un tema attuale. Che magari sarร  un pretesto, magari sarร  meno importante del sentimento iniziale, รจ inspiegabile. Nel Vangelo il pretesto ideologico, il problema รจ stato il rapporto del mondo moderno e la religione, il mondo dell'aldilร , del mistero, del marxismo. In questo nuovo film Edipo, il tema รจ quello di Freud, cioรจ, la psicanalisi. Mi sembra che insieme alle teorie di Marx, le teorie di Freud siano i due cardini su cui si muove tutta la nostra cultura (RAI TECHE 1967).


Pasolini introduce nel dibattito sul film gli elementi freudiani e marxisti come nodi fondamentali. Cosรฌ come aveva giร  fatto per il volume sul film della Garzanti, Perchรฉ quella di Edipo รจ una storia?, segnala la rilevanza delle teorie freudiane e marxiste, ma intese come elementi che gli hanno permesso allontanarsi dalle vicende personali (Pasolini 1967: 14).[7] Se la critica ha interpretato il film come un allontanamento del cinema ideologico, Pasolini persegue collocare la psicoanalisi e il marxismo come gli elementi ideologici dell'opera. Anche per un programma radio, il regista torna su questo argomento:


La conclusione del film รจ ciรฒ che Freud chiama sublimazione, sconfitto il complesso di Edipo, auto inflitta la cecitร , ha amato la madre e ucciso il padre, naturalmente come dice Freud, Edipo sublima e la sublimazione richiede delle scelte ideologiche. Queste scelte ideologiche sono molto chiare, all'inizio Edipo รจ un poeta della borghesia, poi lo รจ del popolo, e alla fine, disgustato, stanco e amareggiato a causa delle sue esperienze ... ritorna ... diviene l'Edipo a Colono, cioรจ, Edipo sta per morire e prima della morte tutto cade. Il complesso di Edipo cade e le sublimazioni cadono pure (RAI RADIO 1967 B)


Ciรฒ รจ particolarmente rilevante per le successive critiche delle opere pasoliniane: Freud รจ destinato a restare come questione fondamentale nello studio del corpus di Pasolini:


Tutti hanno parlato della natura autobiografica di questo Edipo re, della prevalenza in esse di Freud a capito di Marx; e tuttavia, forse, una lettura psicoanalitica del film, e in genere di Pasolini regista, non รจ ancora stata condotta (e occorrerebbe analizzare, insieme con quella cinematografica, le altre sue attivitร , molteplici esperienze in campi diversi [...] Nessun altro dei suoi film, piรน di questo, รจ cosรฌ angosciosamente storia privata [...] Proprio perchรฉ il film รจ autobiografico nel senso accennato, Pasolini volutamente insiste sull'amore di Edipo e Giocasta. Analogamente, sostituisce Antigona con Angelo; mette al posto della donna, un uomo. Potremmo dire al riguardo quanto di Freud scrisse il suo biografo Ernest Jones: รˆ come se Pasolini avesse sempre presagito che il cammino che stava seguendo lo avrebbe condotto presto o tardi a terribili segreti che aveva paura di svelare, pur essendo, proprio come Edipo, fortemente deciso a farlo (Aristarco 1967: 3).


Un altro critico, parla con Pasolini durante la Mostra per il programma RAI Frammenti di ... si tratta di Pietro Pintus. Durante la loro conversazione, l'elemento freudiano รจ ripreso dal regista come principio fondamentale nel film:


Pintus: Aparte Sofocle, le fonti fondamentali potrebbero essere da un lato Freud e dall'altro Marx. Ora, Freud รจ visibile nel film, Marx lo รจ un po' meno.


Pasolini: Freud รจ visibile nel senso che รจ proprio รจ talmente chiara la cosa... perfino un ragazzino di liceo lo riconoscerebbe. Marx รจ piรน sotterrato, piรน implicito. Compare direi in due momenti in cui Edipo, nel suo fatale viaggio fino a Tebe incontra Tiresia, e vedendo Tiresia che suona il flauto e canta solo, mentre gli altri ricercano la salvezza comune, piangono, soffrono la fame ecc sfuggenti da Tebe. Egli canta qualcosa che รจ dentro di loro e che allo stesso tempo lo supera, cioรจ compie un atto sociale, diciamo cosรฌ, purificazione dei problemi della societร .


Pintus: Perchรฉ l'inizio รจ collocato (sono gli anni trenta mi pare) proprio in quel periodo storico?


Pasolini: Perchรฉ questo mio film l'ho potuto fare perchรฉ รจ autobiografico. Ma ho potuto farlo adesso perchรฉ i fatti mi sono accaduti nell'infanzia e sono ormai molto lontani. Mi hanno consentito quel distacco contemplativo di cui lei parlava. L'ho ambientato negli anni trenta perchรฉ sono gli anni della mia infanzia cosciente, che io ricordo. Il padre ufficiale รจ mio padre...ecco รจ decisamente autobiografico perรฒ mitizzato, molto allontanato dal tempo e molto allontanato da me (RAI TECHE 1967 B).


La giornata delle premiazioni, 8 settembre, Pasolini concede un'intervista alla televisione francese in cui riflette sul carattere autobiografico del film. L'uso del mito di Edipo sarebbe un elemento che gli ha permesso parlare di sรฉ, della sua condizione borghese: ยซJe me suis senti prรชt ร  faire face ร  mon autobiographie. Le Oedipe Roi est mon autobiographie [...] J'ai utilisรฉ le mythe d'OEdipe pour parler de moi-mรชme, de mes problรจmes et de ma psychologie petit-bourgeoise depuis le mytheยป (INA France 1967).[8]


Pasolini รจ concentrato sul lavoro pedagogico e la stampa comincia le scommesse sui vincitori. Tra film in concorso per il Leone d'Oro ci sono Belle de Jour de Luis Buรฑuel, La Cina รจ vicina di Marco Bellocchio oppure La chinoise di Jean-Luc Godard. Nei giornali, il film di Buรฑuel e quello di Pasolini sarebbero i favoriti per vincere (Madeo 1967: 3). Sembra perรฒ che Belle de jour abbia piรน possibilitร  di conquistare il Leone d'oro: ยซPerchรฉ nel Lido si insegue una politica dโ€™autore sarร  difficile discutere Buรฑuel i meriti che ha acquistato nella sua lunga occupazione cinematograficaยป (รญdem). Inoltre, i giornalisti considerano che far vincere un film straniero sarebbe il modo di allontanare le critiche sulle continue premiazione a film italiani (Pestelli 1967 B: 5).


5. Le polemiche


Infine, la giuria della Mostra fa vincere il film di Buรฑuel:


La Giuria Internazionale della XVIII Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica , composta da: Alberto Moravia (Italia), Presidente, Carlos Fuentes (Messico), Juan Goytisolo (Spagna), Erwin Leister (Svezia), Violette Morin (Francia), Susan sontag (U.S.A.), Rotislav Yourenev (U.R.S.S.), vuole prima di tutto sottolineare lo spiccato carattere di attualitร  di contenuti e lo sforzo di ricerche formali dei film in concorso [...].


Premio Speciale della Giuria a LA CINA รˆ VICINA di Marco Bellocchio. "Marco Bellocchio in questo film ha saputo indicare i vari livelli generazionali e politici della societร  italiana. Nella Cina รจ vicina inoltre vanno segnalate qualitร  particolari di fluiditร  e di sensualitร  di linguaggio".


Premio Speciale della Giuria a LA CHINOISE (La cinese) di Jean-Luc Godard. "Jean-Luc Godard ci ha dato un film di rottura per quanto riguarda l'illusionismo predominante nel cinema di tutti tempi. Oltre a questa qualitร  didascalica che introduce una dimensione critica nella rappresentazione cinematografica va segnalato il recupero ironico dell'attuale forma del Maoismo nella giovane cultura europea".


Leone d'oro di San Marco a BELLE DE JOUR (Bella di Giorno) di Luis Buรฑuel. "Luis Buรฑuel in questo film magistrale ha riconfermato la grande lezione del surrealismo di cui egli รจ uno dei rappresentanti piรน illustri. In Belle de Jour il passaggio della realtร  al sogno, e dal sogno alla realtร  รจ cancellato con mano lievissima e stregonesca in modo che la realtร  sembri sogno e il sogno realtร ". [9]


Pasolini, escluso da tutti i capitoli delle premiazioni del verbale della Giuria, ne rimasto stupito (Obici 1967). Il Leone d'oro รจ assegnato a Belle de jour, che ha vinto con cinque voti contro i tre conferiti a La Chinoise di Godard. Nella stampa, Pasolini รจ considerato uno dei grandi sacrificati della Mostra: ยซParliamo di Edipo re [...] Per il film di Pier Paolo Pasolini si รจ ricorsi all'encomio, il quale รจ pur sempre [...] un debole palliativo per nascondere una grave ferita inferta ad un geniale artistaยป (Scagnetti 1967).


Di nuovo, il film di Pasolini non ha vinto. Sebbene nel verbale della giuria si aggiunga una menzione speciale a Edipo re, Alfredo Bini scoppia in un'aspra polemica con il direttore della Mostra, Luigi Chiarini.


Il produttore del film di Pasolini, infuriato, chiama i giornalisti presenti nella Mostra per denunciare la situazione per la quale, secondo lui, il film di Pasolini รจ da considerarsi come vincitore: [10]


Quando venni a Venezia - per consegnare alla commissione di selezione nel festival la copia dell'Edipo re, Chiarini mi disse che quest'anno aveva fatto una giuria "alla quale posso far fare quello che voglio" e mi diede un consiglio " da seguire caldamente". Chiarini mi disse di riferire a Pasolini che mi scrivesse una lettera con la quale il regista, dopo esserci detto "estremamente onorato" di essere stato invitato alla Mostra di Venezia, aggiungesse che siccome egli รจ contro i premi, per non mettere in imbarazzo i molti amici che egli aveva nella giuria, desiderava presentare il suo film fuori concorso [...] In questo modo io faccio quello che voglio, e cioรจ fare premiare Buรฑuel, e voi non fatte una brutta figura [...] Dopo essermi consultato con Pasolini ho respinto l'offerta e non ho pubblicizzato a suo tempo (si era ai primi di agosto) il tenore di quella conversazione perchรฉ pensavo che si trattasse della millanteria di un megalomane [...] Io, naturalmente dissi a Chiarini che ci saremmo presentati in concorso, e a questo punto non posso fare a meno di pensar che una giuria che ignora Pasolini sia completamente in buona fede (Anonimo 1967 D: 13).


Luigi Chiarini rifiuta categoricamente le accuse di Bini. Il direttore della Mostra ammette di aver invitato il produttore a chiedere, per l'Edipo re, il fuori concorso, ma aggiunge di avere suggerito la misura, perchรฉ il film avrebbe, probabilmente, incontrato una forte opposizione da parte dei membri stranieri della Giuria:


รˆ una menzogna. Mi sono limitato a sollecitare Bini a presentare Edipo re fuori concorso perchรฉ molto difficilmente avrebbe potuto vincere il premio, poichรฉ per quattro anni il Leone d'oro era andato a un film italiano ed era pressochรฉ impossibile che la storia potesse ripetersi, per ovvi motivi (รญdem).


Capisco che ogni padre pensi che il suo figlio รจ il piรน bello del mondo e quindi non rido alla frase di Bini il quale pensa che una giuria che ignora completamente Pasolini non sia una giuria completamente in buona fede. รช proprio il caso del ragazzo bocciato che accusa il maestro di commettere delle ingiustizie (Giangarossa 1967).


Dopodichรฉ, sarร  il presidente della Giuria a rispondere ad Alfredo Bini. Alberto Moravia spiega che le parole del produttore di Edipo re non hanno a che fare con la realtร : ยซVe n'erano alcuni che hanno dimostrato un autentico affetto per Pasolini e questo, infatti, รจ stato anche espresso nella motivazione verbale della giuriaยป (Anonimo 1967 D: 13):


La Giuria รจ anche lieta di cogliere l'occasione della presenza di Pier Paolo Pasolini alla Mostra per indicare nell'opera di questo regista caratteri eccezionali di ricerca costruttiva e formale. [11]


Moravia accusa Alfredo Bini di comportarsi come uno scolaro arrabbiato e al contempo chiarisce:


Debbo riconoscere che nel corso dei lavori che si profilarono due posizioni, una per Buรฑuel e una per Godard. Quanto a Pasolini, debbo ammettere che il suo film non ha riscosso molti entusiasmi in seno alla Giuria. (Obici 1967)


Il fatto che questa polemica fra Bini e Chiarini coinvolgesse Moravia, ha come conseguenza lo scoppio di una grande controversia di quest'ultimo con Pier Paolo Pasolini. Il 17 settembre, pochi giorni dopo la chiusura della Mostra, esce sull'ยซEspressoยป la prima recensione moraviana sull'Edipo re. [12] Un testo intitolato Un Edipo che viene dalle borgate, in cui Moravia รจ contrario alla proposta dell'amico Pasolini: ยซLa tragedia di Edipo, a meno di andare a cercare i primitivi polinesiani tra i quali vige ancora oggi il tabรน dellโ€™endogamia e dellโ€™incesto, non ha niente a che fare con il mondo modernoยป (Moravia 1967 A). La recensione moraviana scatenรฒ una ยซagitataยป risposta di Pasolini (inedita finora)[13] che, configurรฒ uno dei dibatti piรน fecondi e approfonditi sul film:


Gli articoli scritti da Alberto Moravia sul film sono considerato un momento fondamentale per la comprensione complessiva della ricezione dellโ€™opera dopo la proiezione al Festival di Venezia. Cosรฌ come, le dichiarazioni di Pasolini nella sua risposta sono importantissime per capire non solo il film su Edipo ma gran parte dellโ€™opera dellโ€™autore. Due scritti che, indubbiamente sono condizionati da l'esperienza degli autori a Venezia.


Silvia Martรญn Gutiรฉrrez. "La premiere dell'Edipo re di Pier Paolo Pasolini. Cronaca della partecipazione del film alla 28ยช Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (1967)." ยฉ Tutti i diritti riservati


Riferimenti bibliografici


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[1] Nella Mostra, nel 1963 comincia lโ€™era chiarinana, stagione che durerร  fino a 1968. Periodo segnato dalla personalitร  di Chiarini, con una grande rilevanza del cinema italiano e da un marcato approccio culturale. Rimando al libro su Chiarini (Ferrero/Jubanico 1969). [2] Visto che in Italia i registi fanno gli attori e gli attori fanno i registi, Pier Paolo Pasolini scrittore si รจ messo a fare l'accattone. Questo che sembrerebbe una buona notizia invece รจ un gioco di parole. Accattone รจ il titolo del film che Pasolini gira come regista. Per evitare malintesi dopo ha cambiato titolo, il film oggi si chiama Stella. Tanto per cambiare, รจ una storia di ragazzi di vita. Che vita quella per il film in cui gli accattone diventano stelle e Pasolini fa il regista! Non sarebbe meglio lo scrittore scrivesse, e il film lo facesse il regista con gli attori invece di generare tanta confusione? (Archivio Luce 1961). [3] Aggiungiamo il testo originale: Ringraziamo vostro telegramma per programmazione Edipo 3 settembre et assicuriamo che copia sarร  Venezia Sabato 2 sera cordialmente. Bini. ARCO Film. ASAC-Archivio Storico delle Arti Contemporanee. La Biennale di Venezia. Raccolta documentaria, serie "Artisti" busta "Pier Paolo Pasolini". [4] Questi paragrafi non sono mai stati pubblicati e sono dattiloscritti di Pasolini. Si trovano nelle pagine 5 e 5bis. Documento custodito nell'Archivio Contemporaneo โ€œAlessandro Bonsantiโ€ Gabinetto G.P. Vieusseux. Firenze. [5] Questo dossier รจ custodito nell'ASAC-Archivio Storico delle Arti Contemporanee. La Biennale di Venezia. Raccolta documentaria, serie "Artisti" busta "Pier Paolo Pasolini", p.1. [6] Nell'edizione successiva della Mostra, quella in cui Pasolini presenterร  Teorema, quest'idea sull'accettazione delle regole da parte di Pasolini, sarร  ripresa dal giornalista Alfonso Madeo: ยซRicordo come Teorema sia il primo film di Pasolini per il quale lo scrittore-regista si sia trovato a contatto con un cast di attori professionisti (Silvana Mangano, Terence Stamp, Laura Betti, Massimo Girotti) e abbia saputo adeguare i suoi metodi di lavoro creativo con i problemi, le suscettibilitร  degli attori ยป (Madeo 1968: 3). Questa valutazione sul film era condivisa anche da Pasolini che nell'intervista con Jon Halliday dichiarรฒ su Edipo re: ยซQui, per la prima volta, ho accettato le regole, certe regoleยป (Pasolini 1969: 120). [7] Rimando all'intervista rilasciata da Pasolini a Liliana Madeo nel 1966, prima dell'inizio delle riprese del film Edipo re. e anche a quella sottoscritta da Marisa Rusconi per ยซSiparioยป nel 1967. Madeo, Liliana (1966) Pasolini gira a colori il suo Edipo moderno. Il personaggio della tragedia di Sofocle trasformato in un provinciale piccolo-borghese- Incontro con il regista nella sua casa romana, La Stampa, 2-3 dicembre, p.8. Rusconi, Marisa (1967): Pierpaolo Pasolini e l'autobiografia, Sipario, ottobre, pp.26-27. [8] Questa argomentazione sarร  ripresa da Pasolini durante l'intervista con Marisa Rusconi en 1967: Penso di essere sufficientemente vecchio da firmare la mia autobiografia e lโ€™Edipo Re รจ la mia autobiografia.ma io sono un piccolo borghese e nutro dellโ€™odio per la piccola borghesia e anche per me stesso. Non si puรฒ parlare della piccola borghesia e dei piccoli borghesi se non nella misura in cui la piccola borghesia diventa mito. E allora uso il mito di Edipo per parlare di me, del mio problema, della mia psicologia di piccolo borghese ma attraverso il mito (Rusconi 1967: 27). [9] Riproduciamo fedelmente il Verbale della Giuria. ASAC-Archivio Storico delle Arti Contemporanee. La Biennale di Venezia. Raccolta documentaria, serie "Artisti" busta "Pier Paolo Pasolini", p.2. [10] Rimando alla critica di Giulio Obici sulla polemica della Mostra. Obici, Giulio (1967): La bomba di Edipo re, Paese Sera, 9 settembre. [11] ASAC-Archivio Storico delle Arti Contemporanee. La Biennale di Venezia. Raccolta documentaria, serie "Artisti" busta "Pier Paolo Pasolini", p.1. [12] Moravia scrisse un secondo testo sul film sembra voler scusarsi per l'aspra critica fatta sull'Edipo re: ยซabbiamo voluto parlare di Pasolini una seconda volta non soltanto per chiarire le nostre impressione ma anche per illuminare, per contrasto, un genere di film che rischia di diventare universaleยป (Moravia 1967 B). [13] La risposta inedita di Pasolini alla critica di Moravia รจ stata pubblicata nella mia tesi di dottorato (Martรญn Gutiรฉrrez 2019: 283-285).

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