Pier Paolo Pasolini durante le riprese di Teorema (1968) © Mondadori Portfolio/Riproduzione riservata
"Egli rompeva con se stesso pane non molto amaro
anzi piuttosto dolce. Nacque nella città di Koinè-Keltikè,
riemersa dal cotto del Trecento e non scomparsa ancora nel cemento.
Ma la nonna veniva da Cascinale, capoluogo di mandamento
che doveva poi rivelarsi Terra di autolesionisti e orecchioni.
La famiglia del padre aveva abitato invece per secoli
la Bizantagna, terra, questa, di chiavatori sentimentali
(alta poco più di un palmo sul livello del Mar Accorato).
Il suo conformismo fu, certo, ambiguo: ma non così ambiguo
come il suo masochismo (del resto solo verbalee sociale):
mentre questo secondo (il masochismo) si originò dalle liti
tra i genitori – che gettavano il figlio in uno stato
da cui poteva salvarlo appunto solo il desiderio di essere ucciso –
il primo (il conformismo) fu di origine esclusivamente materna.
È molto dubbio che la Madre Maestra, la Capinera Solitaria,
avesse letto Hegel o Nietzsche: era tuttavia un'anima bella.
Così in quella madre nata in un paese di Cose (capre),
nella pianura disboscata della Selva Romanza,
con pochi ètimi, però, da lucus e molti protoindoeuropei –
c'era dello snobismo borghese, ma in uno stato così
embrionale, che poco si distingueva dal naturale
contadino. Comunque è per quel canale che eruppe in lui
– il Maestro delle Primule – il conformismo borghese.
Nel Partito Comunista (cui restò fedele pur tra idealistiche
critiche perpetrate come eroismi strettamente personali –
che divenivano odiose a lui non appena pubbliche)
egli ricercava l'Autorità temutadalla madre
non l'Autorità esercitatadal padre – fascista, lui,
povera creatura venuta dalla predetta Bizantagna,
solo per dare pena e fare ancor più pena,
e poi crepare, come di morte naturale, di delusione.
Insomma, quel che si chiama destino – che include lui, la madre
e il figlio in una Cosa conclusa come una pietra.
[...]
Dunque: il suo conformismo - ripetiamo, di origine materna,
e non paterna - gli impedì, più a lungo del normale,
di capire cosa siano libertà e ribellione.
Perché libertà e ribellione erano il suo pane (quello, dicevano,
non amaro, ma piuttosto dolce: inespressivo cibo quotidiano).
Abituato così a quel sapore, quando a vent'anni
l'uomo decide, e si fa guerriero, egli aveva già deciso,
era già guerriero."
Pier Paolo Pasolini da Coccodrillo in Il sogno del centauro. Incontro con Jean Duflot" (1969-1975) in 'Pasolini. Saggi sulla politica e sulla società', Meridiani Mondadori, Milano, 1999.
vorrei una guida alla lettura della bella poesia.
Hi, I'd love to have the full version of this poem. Could you please email me if you have the full version of Coccodrillo in Italian?
My email: lynnwhlin@gmail.com Thank you in advance.